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Crisi Northvolt: richiesta la procedura di bancarotta negli USA, debito per 5,8 mld

Northvolt chiede il Capitolo 11 negli USA con 5,8 miliardi di debiti. Dimissioni del CEO e ridimensionamenti per il produttore di batterie.

Crisi Northvolt – il produttore svedese di batterie le ha provate tutte. Dopo il taglio dei lavoratori aveva provato a cercare nuovi finanziatori ma purtroppo senza successo. In questi giorni ha richiesto la protezione dal fallimento (Capitolo 11) negli Stati Uniti dopo il fallimento di un piano di salvataggio. Con soli sette giorni di liquidità residua e un debito di 5,8 miliardi di dollari, il co-fondatore e CEO Peter Carlsson, ex chief products officer di Tesla, ha lasciato il suo incarico, pur rimanendo come consigliere.

La procedura, avviata nel Distretto Sud del Texas, consente a Northvolt di mantenere operativa la fabbrica principale durante la riorganizzazione, grazie all’accesso a 145 milioni di dollari in garanzie e ulteriori 100 milioni di finanziamenti da un cliente. Nonostante le difficoltà, le attività in Germania e Canada proseguiranno regolarmente, come dichiarato dall’azienda. Northvolt, che punta a ridurre la dipendenza europea dalla Cina, ha in programma un campus da 7 miliardi di dollari in Quebec, con produzione di batterie, riciclo e materiali attivi per catodi.

Il progetto, finanziato da oltre 2,7 miliardi di dollari canadesi da governo e provincia, promette una capacità di 30 GWh all’anno, con possibilità di raddoppiare. Tuttavia, negli ultimi mesi, il produttore ha subito pesanti battute d’arresto: problemi di produzione, ritardi e la cancellazione di un ordine da 2 miliardi di euro da parte di BMW, che ha iniziato a prodursi da sé le batterie. Queste difficoltà, unite al rinvio dell’IPO e a un piano di espansione troppo ambizioso, hanno costretto Northvolt a ridimensionarsi.

Tra le misure adottate, il taglio di 1.600 dipendenti, la chiusura del centro di ricerca Cuberg e il focus su progetti principali. La perdita di fiducia è evidente: Volvo ha ridimensionato la joint venture con Northvolt, mentre Volkswagen ha lasciato il consiglio d’amministrazione. Nel frattempo, la Svezia ha escluso un intervento statale per salvare l’azienda, che necessita di 900 milioni di dollari per stabilizzare le sue finanze.

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