Nel contesto di un mercato automobilistico europeo in difficoltà, con le vendite delle auto elettriche che faticano a decollare, l’Unione Europea introduce nuove misure di sostegno per i consumatori. Ancora una volta quindi i governanti decidono di “drogare” il mercato con aiuti rivolti a mezzi che il pubblico ha dimostrato almeno fino ad oggi di gradire poco. E i motivi sono noti: carenza di infrastrutture di ricarica rapide e diffuse ovunque, gli elevati costi dell’energia elettrica e autonomia ritenuta mediamente ancora scarsa.
Recentemente, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e, successivamente, la vicepresidente della Commissione Europea Teresa Ribera hanno annunciato l’intenzione di implementare incentivi economici destinati all’acquisto di auto elettriche. In un’intervista al Financial Times, Ribera ha sottolineato la necessità di sviluppare un piano strategico a livello europeo per facilitarne l’adozione.
Se queste dichiarazioni si tradurranno in provvedimenti concreti, l’UE adotterà un approccio unificato, superando i singoli incentivi nazionali finora attuati. L’obiettivo è quello di offrire agevolazioni economiche comuni a tutti i Paesi membri, con l’intento di contrastare la crescente concorrenza delle vetture elettriche cinesi, spesso preferite dai consumatori per il loro prezzo più competitivo rispetto ai modelli europei, gravati da costi di sviluppo elevati.
Effetti previsti degli incentivi europei
L’annuncio di incentivi a livello comunitario potrebbe generare un effetto immediato sul mercato: molti consumatori potrebbero rimandare l’acquisto in attesa delle agevolazioni promesse da Bruxelles. Questo fenomeno è stato già osservato in passato, ad esempio in Italia, dove le vendite di auto elettriche hanno subito un calo significativo prima dell’effettiva introduzione degli ecoincentivi nazionali. Il risultato? Dopo mesi di stagnazione, si è registrato un boom momentaneo di immatricolazioni, seguito da un nuovo rallentamento delle vendite, un andamento altalenante che rischia di destabilizzare il settore.
Questa dinamica solleva interrogativi sulla reale efficacia di incentivi intermittenti, che possono generare picchi artificiali di domanda, seguiti da periodi di stallo. L’industria automobilistica teme un mercato “drogato” da misure temporanee, incapace di garantire una crescita sostenibile nel lungo periodo.
Incentivi auto eletriche: vantaggio per i marchi cinesi?
Un’altra questione cruciale riguarda la possibilità che i nuovi incentivi europei finiscano, indirettamente, per avvantaggiare proprio i produttori cinesi. La presenza di componenti provenienti dalla Cina è ormai diffusa nella maggior parte delle auto elettriche vendute in Europa, e aziende come CATL e BYD detengono un predominio tecnologico nel settore delle batterie.
CATL e BYD: leader mondiali nella produzione di batterie per auto elettriche
La sfida per l’UE sarà trovare un equilibrio tra il sostegno ai produttori europei e il rischio di agevolare ulteriormente l’espansione cinese sul mercato comunitario. Inoltre, la Commissione dovrà affrontare la questione della legittimità degli aiuti, considerando che in passato l’UE ha criticato la Cina per i sussidi concessi ai propri produttori, imponendo dazi sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi.
Resta da vedere come Bruxelles riuscirà a bilanciare le esigenze dei consumatori, le pressioni del settore industriale e la necessità di proteggere il mercato interno dall’invasione delle vetture a basso costo provenienti dall’Asia.