Dazi auto elettriche cinesi – L’Unione Europea ha ufficialmente imposto dazi aggiuntivi sulle auto elettriche importate dalla Cina, accusate di pratiche di dumping industriale, ossia di vendita a prezzi inferiori rispetto al loro valore reale per guadagnare quote di mercato in Europa.
Secondo l’Ansa, la decisione è stata formalizzata in un regolamento attuativo dell’UE, che sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione il 30 ottobre. Una volta pubblicato, i nuovi dazi entreranno in vigore il giorno successivo, 31 ottobre, e resteranno attivi per almeno cinque anni. Le nuove tariffe si applicheranno esclusivamente alle auto elettriche al 100%, escludendo i veicoli ibridi plug-in e altre motorizzazioni, e coinvolgeranno vetture prodotte in Cina indipendentemente dalla nazionalità del produttore, quindi europei, americani, giapponesi, coreani e altri.
L’Ansa sottolinea che l’introduzione delle misure commerciali non chiude la disputa tra Bruxelles e Pechino. I negoziati proseguiranno all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio per cercare una soluzione diplomatica, anche in risposta alle richieste di mediazione provenienti da alcuni Stati membri come la Germania, che si è opposta ai dazi, e la Spagna, che si era astenuta nel voto del Consiglio Europeo a inizio ottobre.
Sebbene i dazi aggiuntivi sulle auto elettriche cinesi siano pronti a entrare in vigore, non è escluso che la Commissione Europea possa decidere di revocarli prima del termine dei cinque anni previsti dal regolamento.
Dazi sulle auto elettriche cinesi: impatto sui prezzi
Le nuove tariffe punitive variano dal 7,8% per le vetture Tesla al 35,3% per i veicoli elettrici di SAIC, includendo il 17% per BYD, il 18,8% per Geely e il 20,7% per diversi altri produttori che hanno collaborato con la Commissione Europea durante l’indagine sulle sovvenzioni dell’ultimo anno. Questi nuovi dazi si aggiungono alla precedente tassa del 10%, portando le tariffe complessive a un minimo del 17,8% e un massimo del 45,3%.
- Tesla: 17,8%
- BYD: 27%
- Geely: 28,8%
- SAIC: 45,3%
- Altri costruttori collaborativi: 30,7%
- Altri costruttori non collaborativi: 45,3%
Conseguenze per gli acquirenti di auto elettriche cinesi
Resta da capire come risponderanno mercato e industria all’introduzione dei nuovi dazi. È probabile che alcuni costruttori aumentino i prezzi delle vetture importate per trasferire una parte della tassazione ai consumatori, mentre un’altra parte potrebbe rimanere a carico dei produttori. Tesla, ad esempio, ha già rivisto il listino della berlina Model 3 prodotta a Shanghai, aumentando il prezzo in Italia di circa 1.500 euro.
Non è prevista retroattività per i dazi, ma non è ancora chiaro se le nuove regole si applicheranno anche ai veicoli già esportati dalla Cina. In caso negativo, l’aumento dei prezzi si potrebbe percepire tra uno o due mesi, dopo l’esaurimento delle scorte attuali. Al contrario, chi ha già prenotato un’auto prodotta in Cina e soggetta ai rincari potrebbe considerare di risolvere il contratto. Attendiamo chiarimenti con la pubblicazione ufficiale del regolamento.
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