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Crisi Northvolt: il produttore di batterie cerca nuovi fondi per evitare il fallimento

Northvolt, il produttore svedese di batterie, cerca di ottenere nuovi investimenti per evitare il fallimento e rilanciare la sua attività.

Crisi Northvolt – Il produttore svedese di batterie, come anticipato, sta affrontando un momento difficile e spera in un nuovo apporto di denaro da parte di uno dei suoi cofondatori per attrarre ulteriori investitori e mantenere in piedi l’attività.

Secondo quanto riportato da Reuters, Harald Mix, cofondatore di Northvolt, sarebbe disposto a investire 100 milioni di corone svedesi (circa 9,5 milioni di dollari) nell’azienda. Potrebbero unirsi a lui anche i fondi pensione AMF e AP, insieme ad altri investitori. L’obiettivo sarebbe quello di raccogliere circa 217 milioni di dollari a breve termine per stabilizzare le finanze della società. Alcune fonti indicano che circa 160 milioni di dollari sarebbero già stati assicurati tramite impegni verbali.

In tempi recenti, Northvolt, un tempo considerata la migliore speranza per la produzione europea di batterie per veicoli elettrici e definita come creatrice della “batteria più verde al mondo“, ha dovuto affrontare seri problemi. L’entusiasmo per l’azienda era cresciuto quando nel 2021 aveva inaugurato il suo primo impianto nella cittadina di Skelleftea, vicino al Circolo Polare Artico, con l’ex responsabile dei prodotti di Tesla, Peter Carlsson, al comando. Aziende come Volvo, Volkswagen e BMW avevano ordinato batterie, investendo miliardi di dollari nel progetto.

Il piano di Northvolt puntava a ridurre la dipendenza dalla Cina, sviluppando batterie più ecologiche per i veicoli elettrici utilizzando materiali riciclati al 100%, come nichel, manganese e cobalto. C’erano progetti per costruire impianti anche a Gothenburg, in Polonia, Germania e Canada, sostenuti da importanti sovvenzioni statali. All’inizio di quest’anno, la società aveva raccolto ulteriori 5 miliardi di dollari, consolidando la sua posizione come una delle startup europee più finanziate e beneficiaria del più grande prestito verde mai concesso nell’UE.

Produzione pericolosa come causa della Crisi Northvolt

Tuttavia, la situazione è peggiorata. Uno dei problemi principali è stato la morte di alcuni lavoratori. A gennaio, un dipendente di 33 anni è stato trovato morto nel suo letto dopo un turno di lavoro. Un mese dopo, un altro dipendente di 19 anni è deceduto misteriosamente dopo aver completato il suo turno. A giugno, un uomo di 60 anni è morto a casa dopo essere rientrato dal lavoro. La polizia svedese ha avviato un’indagine che proseguirà fino alla fine dell’anno. Inoltre, sono emerse denunce di condizioni di lavoro pericolose, con i lavoratori costretti a maneggiare rifiuti tossici senza le adeguate protezioni. Dal 2019, sono stati segnalati 26 incidenti gravi sul luogo di lavoro, come riportato da un’inchiesta del Dagens Nyheter.

I problemi produttivi di Northvolt sono stati il nodo centrale della crisi. I ritardi hanno portato BMW a cancellare un ordine di batterie da 2 miliardi di euro. A maggio scorso, Northvolt ha annunciato che l’IPO sarebbe stata rinviata al prossimo anno. Il rapporto successivo ha messo in luce la grave situazione finanziaria e i risultati produttivi ben al di sotto delle aspettative, con il CEO Peter Carlsson che ha ammesso di essere stato “troppo ambizioso” nei piani di espansione.

Per cercare di risollevarsi, Northvolt ha implementato una serie di cambiamenti, tra cui l’assunzione di un nuovo direttore finanziario, mentre il precedente CFO si concentrerà solo sui piani di espansione. Inoltre, l’azienda ha iniziato a ridurre i costi, chiudendo il centro di ricerca Cuberg a San Francisco e ridimensionando attività secondarie. A fine settembre, Northvolt ha annunciato il licenziamento di 1.600 dipendenti in tre sedi svedesi e il taglio del 20% della forza lavoro internazionale.

Ora, l’azienda ha una possibilità di salvataggio se un consorzio di investitori confermerà il proprio sostegno. Tuttavia, i dettagli su questi piani restano scarsi. Un portavoce di AP ha dichiarato a Reuters: “Abbiamo dialoghi costruttivi con i nostri investitori, finanziatori e clienti e vediamo progressi,” senza fornire ulteriori commenti. Anche il ramo di investimento del gruppo Goldman Sachs, il secondo maggiore azionista di Northvolt, potrebbe intervenire, ma l’azienda ha rifiutato di commentare.

Anche altri produttori di batterie stanno affrontando difficoltà. Tra questi, la Stellantis-backed Automotive Cells Company ha interrotto la costruzione di fabbriche in Germania e Italia, mentre Volkswagen ha recentemente ridimensionato i suoi piani per costruire impianti in Europa e Nord America.

fonte: electrek