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Hacking dei sistemi di Infotainment: rischi per la privacy nelle auto moderne

Scoperti rischi di privacy negli infotainment delle auto: vulnerabilità risolte, ma emergono nuove sfide per la sicurezza digitale.

La presentazione “Compromise of Modern Vehicles” potrebbe far pensare a una dimostrazione spettacolare di un’auto hackerata che si ferma o sterza improvvisamente sotto il controllo di un malintenzionato. Tuttavia, leggendo l’abstract, si scopre che le vulnerabilità riguardano “solo” il sistema di infotainment e non i sistemi critici di guida. La ricerca condotta da PCAutomotive e presentata da Danila Parnishchev e Artem Ivachev al Black Hat Europe 2024 rimane di grande rilevanza.

I due ricercatori di sicurezza hanno mostrato come malintenzionati potrebbero sfruttare diverse falle nei sistemi di infotainment per controllare il microfono del veicolo, registrare conversazioni e riprodurle tramite lo stesso sistema, sottrarre dati personali, tracciare il veicolo tramite il GPS integrato, registrare la velocità e persino rubare la rubrica sincronizzata da dispositivi collegati.

Nonostante ciò, tali violazioni sembrano meno invasive rispetto, per esempio, a un attacco a uno smartphone che permetta di tracciare il dispositivo, accedere al microfono o esfiltrare dati e contatti. L’idea di poter hackerare un’auto evoca immagini di pericolo immediato, potenzialmente letale, per chi si trova a bordo e per gli altri. Di fronte a un problema che si limita alla privacy e ai dati personali, di pensa sia un problema marginale. Ma questo non significa che le implicazioni per la privacy siano trascurabili.

DS N°8 Interni
Image: DSS Automobiles

Come funziona un attacco hacker

Quando si connette uno smartphone al sistema di infotainment dell’auto, spesso si ha la possibilità di sincronizzare e caricare i contatti direttamente nel sistema. Questo consente un accesso rapido e la possibilità di effettuare chiamate tramite il display. I ricercatori hanno scoperto che, caricando una lista di contatti modificata, è possibile sfruttare una vulnerabilità per eseguire comandi da remoto (remote code execution – RCE).

Una volta dentro il sistema, gli hacker potrebbero controllare alcune funzionalità dell’infotainment e rubare dati personali. Le vulnerabilità descritte hanno interessato 1,4 milioni di veicoli. Tuttavia, tutte le 21 falle individuate sono state risolte con aggiornamenti software rilasciati dai produttori.

Nonostante ciò, i problemi di privacy sollevati rimangono significativi e lasciano spazio a possibili abusi. Si pensi, ad esempio, a un partner controllante che traccia i movimenti della propria metà, accedendo a dati personali e alla rubrica, il tutto attraverso il sistema di infotainment e senza il consenso della vittima. Oppure, immaginate uno scenario di spionaggio: questo tipo di hack potrebbe essere sfruttato per la sorveglianza e la raccolta di informazioni su vasta scala.

Evoluzione tecnologica: un approccio equilibrato

Questo problema, in più generale, può influire sulla fiducia verso innovazioni che dovremmo accogliere con entusiasmo. L’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione epocale e ritratti eccessivamente allarmistici dei rischi potrebbero minare la fiducia del pubblico.

fonte: welivesecurity

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