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Il costruttore cinese Chery valuta uno stabilimento in Italia per rafforzare la presenza europea

Chery considera l’apertura di un impianto in Italia, in linea con la strategia europea. In corso trattative con il governo italiano.

Il gigante cinese Chery sta considerando l’apertura di un impianto di produzione in Italia. L’annuncio è stato fatto dal Vicepresidente Charlie Zang durante la Chery Global Innovation Conference 2024, svoltasi a Wuhu il 18 ottobre. Secondo fonti ben informate, sono già in atto negoziati con il governo italiano, in particolare con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso.

Questa iniziativa fa parte della strategia “In Europe for Europe” di Chery, mirata a sviluppare attività di ricerca e produzione direttamente sul suolo europeo. Un impianto in Italia consentirebbe all’azienda di evitare le tariffe doganali sulle importazioni e di rafforzare la propria presenza nel mercato dell’UE. Dal lato italiano, il governo accoglierebbe favorevolmente l’investimento, in linea con il piano di raggiungere una produzione annua di un milione di vetture a livello nazionale. Fondata nel 1997 con sede a Wuhu, Chery produce attualmente 1,8 milioni di auto all’anno, di cui la metà viene esportata. L’azienda è già presente in Italia grazie ai modelli Tiggo, importati e assemblati da DR Automobiles Group a Macchia d’Isernia.

Omoda 5
Image: Omoda

Nel 2024, Chery ha lanciato i marchi Omoda&Jaecoo, pensati specificamente per l’Europa. Questi marchi offrono una gamma di SUV con motorizzazioni tradizionali a benzina, ibride plug-in ed elettriche. La Omoda 5 è già stata presentata e provata in Europa. L’espansione di Chery nel continente europeo non è un caso isolato: anche altri produttori cinesi, come Dongfeng, stanno esplorando opportunità simili. Questo fenomeno evidenzia la crescente ambizione dell’industria automobilistica cinese, che mira a conquistare importanti quote di mercato in Europa.

Nel caso in cui il progetto di uno stabilimento in Italia si concretizzasse, si tratterebbe di un investimento di rilievo nel settore automotive italiano, con possibili ricadute positive su occupazione e innovazione tecnologica. Tuttavia, al momento le trattative sono ancora in una fase iniziale e non è stata ancora presa una decisione definitiva.

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