Il gruppo svedese Northvolt, specializzato nella produzione di batterie per auto, ha comunicato la necessità di ridurre il personale di 1.600 unità nei siti di Skelleftea (1.001 esuberi), Vasteras (400) e Stoccolma (200). L’azienda prevede una contrazione dell’organico globale del 20% e un taglio del 25% in Svezia, al fine di mantenere la sostenibilità delle sue operazioni.
Northvolt ha inoltre deciso di sospendere il progetto di espansione a Skelleftea, che avrebbe dovuto incrementare di 30 GWh la capacità produttiva della gigafactory Ett, attualmente con una capacità di 16 GWh.
“Nonostante la spinta verso l’elettrificazione rimanga forte, è cruciale agire tempestivamente per far fronte alle difficoltà del mercato automobilistico e industriale in generale. Dobbiamo ora concentrare risorse e investimenti sulle nostre attività principali. Le decisioni odierne, sebbene difficili e dolorose, sono necessarie per affrontare le attuali sfide e garantire il futuro successo di Northvolt”, ha affermato Peter Carlsson, CEO dell’azienda.
Come riporta IlSole24Ore, il produttore svedese, e primo europeo, ha raccolto più capitale di qualsiasi altra start up continentale (15 miliardi di dollari tra equity e debiti grazie a finanziatori come Goldman Sachs e BlackRock, ma anche la Bei e Bnp Paribas).
Tuttavia, nell’ultimo periodo ha risentito del calo della domanda di auto elettriche. E così è slittata, ovviamente, anche l’Ipo di cui si era parlato nel 2023, valore fino a 20 miliardi. La frenata ha avuto ripercussioni anche su un’altra big svedese, Volvo Trucks, che proprio ieri ha deciso di rinviare la costruzione di un nuovo impianto di produzione di batterie, nel tentativo di fare fronte a mutate condizioni di mercato.
Il problema della crisi delle auto elettriche non riguarda quindi solo i costruttori di automobili ma anche tutto l’indotto del settore. Northvolt è fornitore, tra gli altri, di Volvo, Scania e Volkswagen.
fonte: askanews
