Uno dei primi motori Wankel Mazda Uno dei primi motori Wankel Mazda

Storia del motore Wankel: invenzione, utilizzi e brevetti oggi

Il motore Wankel, ideato da Felix Wankel, ha rivoluzionato il mondo dell’automobile con il suo design rotativo unico. La storia, le vetture che lo hanno adottato e il suo futuro.

Il motore Wankel deve il suo nome al tedesco Felix Wankel, l’ingegnere e inventore che, negli anni ’20, concepì l’idea di un motore con un funzionamento radicalmente diverso da quello tradizionale. Il suo obiettivo era realizzare un propulsore compatto, privo di pistoni e dotato di un rotore in grado di effettuare un ciclo continuo di compressione e combustione.

L’idea prese forma concretamente nel 1951, quando Wankel collaborò con la NSU Motorenwerke, un’azienda tedesca che finanziò il progetto e lo trasformò in realtà. Il primo prototipo funzionante, il DKM 54, venne testato nel 1957. Sebbene rudimentale, il design dimostrò le potenzialità del motore rotativo.

NSU Wankel Spider BW 3
Image: Berthold Werner – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Le vetture dotate di motore Wankel

Dopo anni di sviluppo, NSU presentò nel 1964 la NSU Wankel Spider, la prima auto al mondo con motore Wankel. Nonostante il successo iniziale, i limiti tecnologici ne ridussero la diffusione.

Negli anni successivi, il motore rotativo trovò un’applicazione più stabile grazie a Mazda, il marchio giapponese che ne perfezionò il design e lo rese il cuore pulsante di vetture iconiche come la Mazda RX-7 e la Mazda RX-8. La RX-7, in particolare, divenne un simbolo degli anni ’80 e ’90, apprezzata per la sua leggerezza e le prestazioni brillanti.

Anche altre case automobilistiche sperimentarono il Wankel. La Citroën M35 e la Mercedes-Benz C111 furono prototipi interessanti, ma non raggiunsero mai la produzione di massa. Più recentemente, Mazda ha annunciato il ritorno del motore rotativo in versioni moderne, utilizzandolo come generatore per auto elettriche ibride.

Uno dei primi motori Wankel Mazda
Image: CC BY-SA 3.0
Mazda RX8 motore
Image: Tabercil – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Brevetti e proprietà attuali

Dopo il fallimento di NSU, i brevetti del motore Wankel passarono a diverse aziende. Mazda, in particolare, è considerata oggi la custode principale della tecnologia, avendo investito per decenni nella sua ottimizzazione. Altri produttori, tuttavia, continuano a studiare applicazioni alternative, soprattutto nei campi dell’aviazione leggera e della generazione di energia.

Vantaggi del motore Wankel

Il principale punto di forza del motore Wankel è la compattezza: la sua struttura permette di ridurre peso e ingombri, migliorando il rapporto peso-potenza. Inoltre, il funzionamento regolare del rotore genera meno vibrazioni rispetto ai motori a pistoni tradizionali, offrendo una guida fluida.

La semplicità costruttiva, con meno componenti mobili, lo rende teoricamente più affidabile e meno soggetto a usura. Questo aspetto ha attirato l’interesse di settori come l’aviazione, dove il rapporto tra prestazioni e peso è cruciale.

Svantaggi e limiti tecnici

Nonostante i suoi pregi, il motore Wankel presenta alcune problematiche che ne hanno limitato la diffusione. In primo luogo, i consumi di carburante risultano generalmente più elevati rispetto ai motori tradizionali, con emissioni meno facilmente controllabili.

Un altro limite è legato all’usura delle guarnizioni del rotore, che richiedono manutenzione frequente. Questo aspetto ha contribuito a una reputazione di scarsa affidabilità nel lungo termine, specialmente nei primi modelli. Infine, il motore Wankel fatica a rispettare le normative ambientali moderne, un problema che Mazda sta cercando di risolvere con soluzioni ibride ed elettrificate.

Uno sguardo al futuro

Il motore Wankel continua a suscitare interesse per la sua versatilità e le possibilità di utilizzo in settori specifici. Sebbene la sua diffusione nelle auto convenzionali sia ormai ridotta, il potenziale per applicazioni innovative lo rende una tecnologia tutt’altro che dimenticata.

Segui MAX|MANIA sui Social
Reddit Telegram Whatsapp Facebook