Jody Scheckter 1976 Tyrrell P34 Jody Scheckter 1976 Tyrrell P34

Tyrrell P34: storia e segreti della rivoluzionaria Formula 1 a sei ruote

Tyrrell P34 rappresentò una delle più audaci innovazioni nella storia della F1. Con le sue sei ruote, conquistò una vittoria e podi 1976.

Nel 1976, il mondo della Formula 1 rimase a bocca aperta quando la scuderia Tyrrell presentò la Tyrrell P34, la prima e unica monoposto a sei ruote mai schierata in un Gran Premio. L’innovativo progetto, nato dalla mente geniale dell’ingegnere Derek Gardner, rappresentò uno dei più audaci tentativi di reinterpretare i canoni della massima formula automobilistica.

Tyrrell Project 34

Tyrrell P34
Image: Wikipedia – Alf van Beem

La caratteristica distintiva della P34 erano le quattro piccole ruote anteriori, ciascuna del diametro di appena 10 pollici, affiancate da due ruote posteriori di dimensioni tradizionali. Questa soluzione non era un mero esercizio di stile, ma rispondeva a precise esigenze aerodinamiche: le ruote più piccole riducevano la resistenza all’aria e permettevano di migliorare il flusso aerodinamico verso il retrotreno.

I piloti Jody Scheckter e Patrick Depailler furono inizialmente scettici, ma presto si ricredettero. La vettura si dimostrò competitiva fin dal debutto, culminando con una storica doppietta nel Gran Premio di Svezia 1976, dove Scheckter trionfò seguito dal compagno di squadra. Durante quella stagione, la P34 conquistò anche diversi podi, dimostrando che l’innovativo concetto non era solo spettacolare, ma anche efficace.

Tuttavia, come spesso accade con le innovazioni più radicali, i problemi non tardarono a manifestarsi. La Goodyear, unico fornitore di pneumatici dell’epoca, faticava a sviluppare le gomme speciali per le ruote anteriori, mentre la complessità del sistema di sterzo e la maggiore massa non sospesa creavano difficoltà nella messa a punto. Questi fattori, uniti ai rapidi progressi dell’effetto suolo, portarono all’abbandono del progetto alla fine del 1977.

La Tyrrell P34 rimane oggi un simbolo della creatività e del coraggio di osare che ha sempre caratterizzato la Formula 1. Nonostante il suo limitato successo commerciale, ha dimostrato che anche le idee apparentemente più azzardate possono trovare spazio nel motorsport di alto livello, aprendo la strada a future innovazioni. Il suo lascito non risiede tanto nei risultati sportivi, quanto nella dimostrazione che nel mondo delle corse il pensiero laterale e il coraggio di sfidare le convenzioni possono portare a soluzioni sorprendentemente efficaci.

La monoposto è oggi conservata ed esposta in vari musei dell’automobilismo, dove continua a stupire e affascinare gli appassionati, ricordando un’epoca in cui l’ingegno e la creatività potevano ancora prevalere sulle restrizioni regolamentari.