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Signal (gate): l’app di messaggistica (ab)usata dall’Intelligence americana

Un grave leak su Signal ha rivelato i piani dell’Intelligence americana. Inserito per errore un giornalista in un gruppo top secret.

“Signal gate” a parte, l’app di messaggistica Signal è universalmente riconosciuta come un’app sicura. Ma se una persona viene inserita per errore in una chat top secret non è certo colpa della piattaforma. E’ quello che è accaduto al giornalista Jeffrey Goldberg, direttore responsabile del magazine The Atlantic, quando ha ricevuto in maniera del tutto imprevista una serie di messaggi su Signal. Alle ore 11:44 del 15 marzo, Pete Hegseth, Segretario della Difesa degli Stati Uniti, ha inviato dettagliati aggiornamenti su un’operazione militare pianificata contro gli Houthi, gruppo yemenita supportato dall’Iran e classificato come organizzazione terroristica.

Signal gate: diffusione illecita di dati riservati

Poco dopo, Goldberg ha ricevuto anche una richiesta di contatto da parte di Michael Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale. Nel giro di due giorni, è stato inserito in una chat di gruppo denominata “Houthi PC small group”. Secondo quanto riportato in uno dei messaggi di Waltz, il gruppo includeva alcuni tra i più alti vertici del governo e aveva lo scopo di coordinare le azioni militari contro gli Houthi. Gli attacchi, a quanto pare, sono stati eseguiti proprio il 15 marzo.

Tra gli altri partecipanti figuravano nomi di spicco dell’amministrazione statunitense: Marco Antonio Rubio (Segretario di Stato), JD Vance (Vicepresidente), Tulsi Gabbard (a capo dell’intelligence nazionale) e Scott Bessent (Segretario del Tesoro). In totale, il gruppo contava 18 membri. Inizialmente, Goldberg ha ipotizzato che potesse trattarsi di un’operazione di disinformazione. Ma ogni elemento si è rivelato autentico.

Nel corso della conversazione, JD Vance ha espresso la propria contrarietà a sostenere l’Europa, facendo riferimento al ruolo di protezione che gli Stati Uniti esercitano sulle rotte marittime commerciali, spesso minacciate dagli attacchi Houthi nel Mar Rosso. Alle 11:45 di quello stesso giorno, Hegseth ha diffuso nel gruppo i piani dettagliati dei raid aerei in Yemen, compresi gli obiettivi da colpire e gli armamenti impiegati.

Dopo aver realizzato la gravità della situazione, Goldberg ha abbandonato il gruppo e ha contattato via email alcuni dei partecipanti per chiedere spiegazioni. Un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale ha confermato l’autenticità delle informazioni. Sebbene Signal sia nota per l’alto livello di sicurezza nella messaggistica, non è adatta alla trasmissione di documenti classificati. È senza precedenti che un giornalista venga incluso in comunicazioni così delicate.

Michael Waltz potrebbe essere incriminato per violazione dell’Espionage Act, oltre che per non aver rispettato le normative che vietano ai funzionari governativi di eliminare le conversazioni ufficiali. Infatti, alcuni messaggi nel gruppo erano impostati per l’eliminazione automatica. Questo episodio viene già definito come uno dei casi più gravi di fuga di notizie sensibili negli ultimi anni.

Moxie Marlinspike, fondatore di Signal, ha colto l’occasione per promuovere la propria app, sottolineando che chiunque, volendo o meno, potrebbe trovarsi coinvolto in conversazioni legate a operazioni militari.